Regno Unito: il disegno di legge in materia di strike-off volontario

E’ in fase di approvazione parlamentare un nuovo disegno di legge, che mira a consentire un maggiore controllo sull’operato degli amministratori delle società disciolte e a scoraggiare l’abuso della procedura di strike off volontario come “alternativa” alle procedure di insolvenza.

La crescente preoccupazione per l’entità delle potenziali frodi relative alla richiesta di prestiti garantiti dal governo a seguito dell’emergenza Coronavirus, insieme alle preoccupazioni che la procedura di strike off volontario possa essere utilizzato come un modo per evitare il rimborso del prestito, è stato un fattore chiave nell’introduzione del disegno di legge.

L’attuale quadro legislativo

Nel caso in cui una società abbia avviato una procedura di insolvenza, il titolare è tenuto a presentare alla Segreteria di Stato un “conduct report”, riguardante ciascun individuo che sia stato amministratore della societa’ nel triennio che precede l’insolvenza. La Segreteria di Stato (mediante l’Insolvency Service) ha il potere di indagare sulla condotta degli amministratori e, se lo ritiene di interesse pubblico, puo’ presentare domanda al tribunale per l’interdizione di tali soggetti. Ai sensi dell’articolo 6 del Company Directors Disqualification Act del 1986 (CDDA), il tribunale è tenuto a emettere tale ordine qualora ritenga che la condotta di un amministratore lo renda inadatto a partecipare alla gestione di una società.

Un tale provvedimento fa si’ che l’amministratore rimanga interdetto dalla carica per un periodo compreso tra 2 e 15 anni. Puo’, inoltre, essere emesso un ordine ai sensi della sezione 15 del CDDA, che richieda all’amministratore di risarcire i creditori che hanno subito perdite a causa della sua condotta.

La condotta degli amministratori di società solventi può anche essere indagata dal Segretario di Stato, ai sensi della Parte XIV del Companies Act 1985. In tali casi, gli amministratori possono essere soggetti a un ordine di interdizione. Tuttavia, attualmente non vi è alcun potere per il Segretario di Stato di indagare sulla condotta di ex amministratori di società che sono state cancellate dal registro senza aver subito una procedura di insolvenza. Per fare ciò, sarebbe preliminarmente necessario prevedere la riattivazione della società e la contestuale reiscrizione nel registro delle imprese – una procedura che richiede tempo e denaro.

Cosa si intende per condotta inadeguata

Il comportamento di un individuo può non essere considerato criminale o fraudolento, ma costituire comunque una “condotta inadeguata”, che conduce alla squalifica dalla carica. In un recente esempio pubblicato dall’Insolvency Service, un amministratore è stato squalificato per 12 anni dopo aver rivendicato £50.000 tramite il Bounce Back Loan Scheme (“BBLS”) ed aver trasferito l’intero importo a se stesso, poco prima che la società entrasse in amministrazione controllata.

Altri comportamenti che indicano “inadeguatezza” possono includere la mancata conservazione delle scritture contabili, ingannare clienti e creditori, autorizzare operazioni a danno dei creditori (in un momento in cui la società era insolvente, o sarebbe diventata insolvente a seguito della transazione), o commerciare o continuare a percepire una remunerazione in un momento in cui la società era insolvente.

Vale la pena notare che gli amministratori non esecutivi, il cui coinvolgimento negli affari di una società può essere solo intermittente o passivo, corrono comunque il rischio di essere interdetti se hanno consentito ad altri amministratori di agire in modo improprio.

Il rischio di squalifica si aggiunge, ovviamente, ad altre potenziali responsabilità penali o civili che un amministratore potrebbe dover affrontare in relazione alla propria condotta, ai sensi dell’Insolvency Act 1986 o altra previsione normativa. La violazione di un ordine di squalifica costituisce un reato penale ai sensi della sezione 13 CDDA.

Scioglimento e frodi legate al Covid-19

Le preoccupazioni sul comportamento degli amministratori nella Consultazione 2018 si sono concentrate in particolare sulle potenziali perdite per i creditori e i dipendenti di piccole imprese, laddove le società sono state sciolte in modo improprio, in alternativa alla liquidazione. La procedura di strike off volontario è destinata ad essere utilizzata solo da società inattive senza passività; tuttavia, rispetto alla liquidazione volontaria, la maggiore flessibilita’ e il sostanziale risparmio sui costi possono farla sembrare una prospettiva interessante. L’uso improprio dello strike off è stato percepito come un problema in gran parte nel mercato delle piccole e medie imprese.

Tuttavia, nel contesto dell’attuale repressione delle frodi legate al Covid-19, la necessità di combattere l’abuso del procedimento di strike off ha acquisito una nuova urgenza. Gli schemi di Bounce back loans erano particolarmente suscettibili a frodi a causa dei limitati controlli di sottoscrizione effettuati al momento della concessione del prestito. Complessivamente, sono stati dati in prestito circa 46,5 miliardi di sterline nell’ambito dello schema, ad oltre 1,5 milioni di imprese, con il National Audit Office che ritiene che oltre il 50% di tale cifra potrebbe essere perso, se il governo non perseguira’ una solida politica di recupero crediti e indagini su potenziali frodi.

Una cifra straordinariamente alta di quasi 40.000 aziende ha fatto ricorso a procedure di strike off nel nel primo trimestre di quest’anno. Si tratta di un aumento esponenziale rispetto ai numeri dello scorso anno, proprio in concomitanza con l’introduzione degli schemi di prestito governativi alle imprese.

Proroga del regime di interdizione

Il disegno di legge modifica il CDDA ed estende l’attuale regime, per quanto riguarda gli amministratori di società insolventi, agli ex amministratori di società sciolte. In particolare, consentirà al Segretario di Stato (agendo attraverso l’Insolvency Service) di:

  • Richiedere informazioni relative alla condotta di una persona come amministratore di una società sciolta;
  • Richiedere al tribunale l’interdizione dell’amministratore di una società sciolta;
  • Richiedere al tribunale che l’amministratore debba risarcire finanziariamente i creditori, quando le sue azioni hanno causato perdite identificabili; o
  • Accettare un impegno a corrispondere un compenso economico da parte dell’amministratore.

Le indagini verranno avviate solitamente nel caso in cui sia stata presentata una denuncia all’Insolvency Service da parte di un membro del pubblico o tramite un collegamento con un’indagine esistente su una società attiva o insolvente. L’Insolvency Service concentrerà le indagini ai casi ritenuti di forte interesse pubblico, che inevitabilmente, nel clima attuale, corrisponderanno in larga misura a casi riguardanti richieste fraudolente nel campo delle misure di supporto Covid-19.

Rimedi del creditore

Sebbene non sia esclusa la possibilita’ per un creditore di ottenere un risarcimento da una societa’ sciolta, tale possibilita’ e’ rimessa alla discrezionalita’ del Segretario di Stato incaricato del caso. Infatti, non vi sono previsioni di legge che riconoscono il diritto di un creditore ad ottenere il risarcimento.

Se un creditore ottiene la comunicazione di una procedura di strike off prima che essa divenga definitiva (direttamente o tramite la Gazzetta Ufficiale), ha la possibilità di presentare opposizione allo strike off al registro delle imprese, che sospenderà la procedura per un periodo, solitamente, di 3 o 6 mesi per consentire ai creditori di far valere i propri crediti.

Se, invece, per qualsiasi motivo non è stata fatta opposizione e la società è già stata cancellata dal registro, i creditori devono affrontare un processo più lungo e costoso per ottenere un rimedio. Al momento della cancellazione, la società cessa di esistere come persona giuridica, le sue passività si estinguono e gli eventuali beni rimasti nella società saranno trasferiti alla Corona come “bona vacantia”. L’eventuale creditore con pretesa nei confronti della società dovrà, quindi, rivolgersi al tribunale per riattivare la società ed ottenerne il reinserimento nel registro delle societa’. Ciò richiede la notifica di un modulo di richiesta e di prove alla Companies House e al Treasury Solicitor. Il tribunale di solito, una volta concordato un ordine con il Treasury Solicitor, tratta la questione mediante un’ordinanza di consenso. Tuttavia, i tempi sono piuttosto lunghi.

Una volta ripristinata la società, si ritiene che essa sia rimasta attiva, come se lo scioglimento non fosse mai avvenuto, consentendo al creditore di agire in relazione agli eventuali debiti maturati. Nella pratica, in molti casi, un’istanza di liquidazione accompagnerà la domanda di riattivazione. Sembra probabile che, oltre alle indagini dell’Insolvency Service in caso di approvazione del nuovo disegno di legge, si assistera’ anche ad un aumento delle richieste di riattivazione da parte di creditori a seguito del significativo aumento degli strike off verificatisi all’inizio di quest’anno. Sarà interessante vedere se il numero degli scioglimenti tornerà a livelli più consueti, se e quando il nuovo disegno di legge diventerà legge.

Redazione