OCSE ed introduzione della tassazione minima globale

L’OCSE ha da poco concluso i negoziati per l’introduzione della tassa minima globale. L’OCSE è riuscita a rafforzare la posizione di Irlanda, Estonia e Ungheria, raggiungendo cosi’ l’approvazione di tutti i 27 stati membri dell’Unione Europea. Quattro paesi (Sri Lanka, Pakistan, Nigeria e Kenya) non hanno ancora firmato l’accordo. Anche per coloro che hanno approvato le proposte, rimane un percorso impegnativo per l’effettiva attuazione, non ultimo l’ostacolo dell’approvazione dell’accordo da parte del Congresso degli Stati Uniti.

La dichiarazione dell’OCSE, che definisce una “soluzione a due pilastri per affrontare le sfide fiscali derivanti dalla digitalizzazione dell’economia”, pubblicata l’8 ottobre 2021, offre pochi dettagli.

Il primo pilastro introduce nuove regole di distribuzione degli utili e diritti di tassazione, mentre il secondo pilastro introduce una tassa minima globale. Senza le istruzioni complete, rimangono numerose questioni irrisolte, la più significativa delle quali è come verrà calcolata esattamente la base di profitto per l’aliquota fiscale effettiva con il nuovo regime di tassazione minima globale.

Si prevede che il progetto completo verrà pubblicato alla fine di novembre, per poi entrare in vigore entro il 2023. Le principali novita’ possono essere riassunte come segue.

Pilastro 1

Verrà introdotto un meccanismo di calcolo nel test utilizzato per determinare se le imprese multinazionali rientrano nell’ambito di applicazione del nuovo regime; tuttavia, non vi è alcuna indicazione su quale periodo di tempo verrà utilizzato come riferimento.

L’importo del profitto residuo assegnato alle giurisdizioni del mercato è stato fissato al 25% dei profitti in eccesso di un margine del 10% (in precedenza era fissato tra il 20% ed il 30%).

L’accordo vieta ai territori oggetto dell’accordo di introdurre qualsiasi nuova tassa sui servizi digitali, o altre misure simili, fino al 31 dicembre 2023 o, se antecedente, fino all’entrata in vigore delle nuove norme. Rimane, tuttavia, da definire cosa si intende per “misure simili”.

Pilastro 2

L’aliquota minima globale è stata fissata al 15%, eliminando il rischio di introduzione di aliquote piu’ elevate.

Il carve out basato sulla sostanza è sopravvissuto alle negoziazioni, percio’ le nuove regole escluderanno un importo di reddito pari al 5% del valore contabile delle attività materiali e per i costi del personale. Inizialmente, verra’ offerta una tariffa più vantaggiosa che fornisce un’agevolazione dell’8% per i beni materiali e del 10% per i costi relativi al personale, che sara’ ridotta al 5% nei 10 anni successivi.

Per i sistemi d’imposta basati sulla distribuzione, è stato chiarito che non vi sarà alcuna imposta integrativa se gli utili verranno distribuiti entro quattro anni.

Infine, l’aliquota d’imposta utilizzata nella Subject to Tax Rule è stata concordata al 9%.

Redazione